Decreto Sostegni, Confprofessioni: parità di trattamento tra i soggetti economici
Confprofessioni in audizione al Senato promuove l'eliminazione dei codici Ateco e chiede interventi più equi. Insufficienti le risorse per l'esonero contributivo. Bene le procedure di accesso semplificate, ma «inaccettabile che solo i professionisti siano vincolati al regime di adempimenti e sanzioni, senza alcun riguardo alla loro condizione di salute».
Milano, 8 aprile 2021. Sì con riserva al Decreto "Sostegni". È il giudizio espresso oggi da Confprofessioni davanti alle Commissioni riunite Bilancio e Finanze del Senato nel corso dell'audizione sul Disegno di legge S. 2144 "Conversione in legge del decreto-legge 22 marzo 2021, n. 41". «Sicuramente positiva la decisione di abbandonare i codici Ateco - strumenti obsoleti che oggi non rispecchiano più la realtà delle attività economiche e professionali - che consente a professionisti e lavoratori autonomi di accedere alle risorse a fondo perduto, parametrate all'effettivo calo dei fatturati». «Un cambio di rotta che va nella direzione dell'equità tra le categorie e della semplificazione delle procedure. Va però messo in campo un intervento perequativo a favore dei professionisti, che - a parità di danni economici subiti - hanno complessivamente ricevuto ristori notevolmente inferiori rispetto alle altre categorie».
Secondo Confprofessioni, infatti, i prossimi provvedimenti annunciati dal Governo dovranno erogare tempestivamente risorse «proporzionate ai danni effettivamente subiti, calcolati sul calo del reddito». Dubbi anche sulle somme stanziate per garantire l'esonero parziale dei contributi previdenziali. L'aumento previsto di 1,5 miliardi di euro, sottolinea Confprofessioni, arriverebbe a coprire solo un sesto della platea di professionisti iscritti alle Casse e dei lavoratori autonomi iscritti alle gestioni Inps, tra cui i professionisti iscritti alla Gestione Separata. «Senza un ulteriore incremento dello stanziamento» afferma Stella «si corre il rischio che l'ammontare dell'esonero contributivo pro capite risulti decisamente più basso rispetto alle aspettative».