Non lasciamo cadere l'attenzione fino al prossimo disastro
Di Bruno Gabbiani, Presidente ALA - Assoarchitetti
Il terremoto come evento ricorrente
Siamo ancora convinti che esistano le catastrofi "naturali"? Sarebbe un errore imperdonabile dimenticare la lezione e riprendere ad operare come se nulla fosse accaduto, ma sarebbero altrettanto controproducenti provvedimenti (che alcune dichiarazioni governative espresse a caldo hanno fatto temere), finalizzati a raggiungere per legge e con urgenza, condizioni astratte e generalizzate di sicurezza antisismica di tutti gli edifici esistenti. Tali condizioni sono per lo più impossibili sul piano pratico, oltre che insostenibili su quello economico e pertanto la norma finirebbe per essere disattesa.
Non possiamo più illuderci che il terremoto nel nostro Paese sia un evento sporadico, che si scatena in forma grave alcune volte in un secolo e soltanto in quei territori notoriamente a rischio.
In realtà si sapeva che la Pianura Padana era stata interessata da episodi gravi tra il XII e il XIV secolo e poi ancora nel XVII, ma non si conosceva quale poteva essere stata la forza di eventi così lontani nel tempo e quali sarebbero potuti essere gli effetti del loro ripetersi oggi, sia sul patrimonio antico, sia sulle costruzioni dei nostri giorni.
Appare ora chiaro che il sisma che ha interessato una parte della Pianura Padana dimostra che le valutazioni statistiche delle tradizionali mappe non sono sufficienti e che è indispensabile una micro zonizzazione sismica, che individui il tipo di rischio al quale è esposta ogni singola zona.
L'esperienza ancora in corso soprattutto in Emilia, Romagna e Veneto, non ci permette più di sottovalutare il terremoto e c'impone d'assumere un atteggiamento più prudente e previdente che in passato.
È pacifico che le normative che dovranno essere definite a macchia di leopardo, imporranno ai nuovi interventi tecnologie idonee a resistere alle sollecitazioni telluriche, in molti luoghi fino ad ora esclusi dall'obbligo d'impiegare particolari accorgimenti.
Ciò comporterà un incremento, che si stima ammontare fino al 30%, dei costi delle strutture delle costruzioni, ampiamente giustificato dal raggiungimento di condizioni di sicurezza per le persone e per i beni.
Terremoto e interventi di messa in sicurezza
L'immenso patrimonio immobiliare esistente nel suo insieme, tutto più o meno a rischio, secondo i dati 2011 dell'Agenzia delle Entrate ha un valore di oltre 6.000 miliardi di euro. Una somma che dà il segno che l'impegno economico per un intervento generalizzato per porlo in condizioni di generale sicurezza sismica è insostenibile, indipendentemente dalla crisi attuale.
Rimane tuttavia necessario indurre la proprietà edilizia ad operare interventi preventivi parziali, che senza essere economicamente proibitivi, possono ridurre il rischio di perdita e danno grave degli immobili, per potenziali eventi sismici futuri.
L'analisi strutturale di ciascun singolo edificio, in relazione alle caratteristiche del rischio effettivo definite dalle future micro zonizzazioni, consentire di assumere provvedimenti localizzati di miglioramento delle condizioni di vincolo delle strutture, quali l'inserimento di tiranti e di contro - venti e d'ottenere con spese modeste, risultati soddisfacenti.
È quindi necessaria una politica preventiva di sostegno fiscale agli interventi privati, finalizzati alla riduzione dei danni potenziali.