Gli architetti si sospendono dal CUP - Comitato Unico delle Professioni

Con una lettera inviata al Cup e al Pat (Professioni Area Tecnica), il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori ha comunicato la sua immediata sospensione dal Comitato Unico delle Professioni. Una presa di distanza che arriva dopo lo svolgimento della Giornata delle Professioni - Professional Day, tenutasi lo scorso 19 febbraio, alla quale gli Architetti avevano già deciso di non partecipare.
"Da anni in Italia, come nel mondo, è in corso una trasformazione, che ben conosciamo tutti, del mercato dei servizi professionali, che riguarda tanto i grandi lavori che la domanda dei singoli cittadini", si legge nella lettera. "La realtà dei nostri mestieri è profondamente cambiata, non solo nel grande incremento del numero dei professionisti e nella varietà delle prestazioni professionali che offriamo, ma soprattutto nella richiesta di servizi integrati, di mobilità sul territorio, di uso di tecnologie avanzate, di maggiore responsabilità etica. I principi di inter-disciplinarietà e di rete, formalizzati solo in parte nelle Società tra professionisti e società multiprofessionali, sono la risposta alle esigenze del presente e del futuro, sulla quale ognuno dei nostri Consigli Nazionali ha compiti importanti per promuovere un cambiamento profondo nella realtà organizzativa e di lavoro dei nostri iscritti, nella stragrande maggioranza ancora legata ad una tradizione micro-professionale e solitaria".
"Questa profonda trasformazione - prosegue la lettera - che è innanzitutto culturale, deve comunque salvaguardare l'etica professionale e la peculiarità dei nostri mestieri, ma avrebbe dovuto, già da tempo, riflettersi negli approcci e nelle strategie degli organismi interprofessionali, facendone dei fondamentali nodi di un coordinamento capace di guidare il cambiamento. La realtà del mondo che ci circonda è fatta di integrazione delle conoscenze, reti di lavoro e cooperazione e a distanza: i comitati interprofessionali, invece, sono tavoli formali di incontro, tesi a rappresentare in sede politica una mera somma di numeri delle cosiddetta "categoria" delle professioni liberali, in funzione di proposta o resistenza a norme che regolano il mercato."
In questo contesto, secondo il Cnappc, "i coordinamenti si sono accontentati, più o meno bene, di trattare la Riforma delle Professioni sui tavoli governativi, con posizioni spesso diverse, in una difficile opera di equilibrismo: hanno in sostanza svolto un'opera di mediazione tutta interna, avulsa dalla realtà, salvo poi rappresentare, anche arbitrariamente, posizioni opposte a quelle di parte degli associati, per esempio le nostre. Così come sono, gli attuali organismi di coordinamento tra le professioni servono a poco: a quei tavoli non siamo mai stati capaci di parlare della realtà quotidiana degli italiani e dei professionisti iscritti nei nostri Albi, intenti più che altro a discutere della virgola nella norma o a discutere di statuti interni e cariche sociali".
Pur avendo tentato ripetutamente di cambiare lo stato delle cose, il Cnappc ha pertanto deciso di sospendere l'associazione al Cup. Ciò nonostante, precisa, "non intende sottrarsi alla sua parte di responsabilità", anzi, senza polemiche propone "una discussione ampia e franca tra tutti noi, per provare a lavorare assieme innanzitutto sulla sostanza dei problemi e dei progetti, prima che della forma degli organismi di coordinamento; perché è nostro dovere proporre ai nostri concittadini politiche innovative e sostenibili, che dimostrino che i professionisti italiani sono indispensabili al futuro dell'Italia".
"Il Consiglio Nazionale Architetti - conclude la lettera - continuerà a collaborare e ad aiutare tutte le iniziative di vera integrazione professionale, in tutte le sedi nazionali così come nei Cup territoriali, che in varie realtà dimostrano come un lavoro serio sulla sostanza e non sulla forma, finalizzato al lavoro e al servizio ai cittadini, porti a risultati politici di assoluta rilevanza."