Gli studi professionali esclusi dalla CIG in deroga
Considerato lo stato di crisi diffusa, aver escluso gli studi professionali dalla possibilità di ottenere la cassa integrazione in deroga è un atto di particolare gravità, verso i lavoratori e i datori di lavoro di un settore, che non ha alcun motivo per essere considerato di secondaria importanza economica e sociale.
Il provvedimento è incomprensibile sotto il profilo dell'equità sociale ed è spiegabile soltanto con le pressioni e l'egoismo di altre parti sociali.
ALA impegna Confprofessioni e le altre Associazioni aderenti a svolgere un'azione coordinata per ottenere nuovamente dal Governo l'applicazione della cassa integrazione al comparto degli studi professionali.
Pubblichiamo di seguito l'intervento espresso in proposito da Confprofessioni, presso il Senato della Repubblica. (ALA)
"Lo schema di decreto sugli ammortizzatori sociali in deroga, che introduce una immotivata esclusione del settore studi professionali dal sistema di sostegno al reddito, ha suscitato tra i liberi professionisti italiani un profondo senso di ingiustizia e disorientamento. Con un colpo di spugna i datori di lavoro-professionisti sono stati cancellati da tali strumenti di tutela". Il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, è intervenuto oggi presso la Commissione lavoro del Senato per chiedere a gran voce, in linea con quanto è stato fatto anche dalla Conferenza Stato-Regioni, "che i datori di lavoro, titolari di studi professionali, siano riammessi dal decreto interministeriale alla possibilità di beneficiare degli ammortizzatori sociali in deroga".
Davanti a Maurizio Sacconi, presidente della Commissione Lavoro di Palazzo Madama, Stella ha ricordato come negli ultimi tre anni l'intero settore professionale, che abbraccia attività e discipline spesso assai distanti tra loro, sia stato colpito duramente dal contesto economico recessivo. "Ciononostante, i datori di lavoro-professionisti hanno dato prova di un profondo senso di responsabilità sociale ed etica, soprattutto nell'ambito del lavoro e dell'occupazione. Rispetto ad altri settori economici il saldo occupazionale negli studi professionali resta ampiamente positivo nel 2013, in particolare tra i giovani che si affacciano al mercato professionale attraverso un contratto di apprendistato".
Secondo il presidente di Confprofessioni, "Negli studi professionali la Cig in deroga non è l'anticamera al licenziamento o il pretesto per alleggerire il costo del lavoro, bensì un atto estremo e doloroso, una sosta obbligata per chi ha da superare difficoltà contingenti e quindi ripartire di slancio non appena le condizioni di mercato lo consentano" ha aggiunto Stella. "Le legittime esigenze di razionalizzazione della spesa non giustificano la scelta di cancellare dal campo di applicazione degli ammortizzatori sociali in deroga un intero settore economico".
Dati alla mano, in questi ultimi cinque anni, i liberi professionisti-datori di lavoro, "hanno saputo dosare con attenzione e cautela gli strumenti previsti dalla legge. In base ai recenti dati Inps (Gennaio-Dicembre 2013), il ricorso allo strumento della Cassa Integrazione in Deroga da parte dei dipendenti degli studi professionali ha inciso per poco più dell'uno per cento delle ore totali" ha detto Stella. "Privare in questo momento il settore degli studi professionali di uno strumento essenziale per le politiche occupazionali e di sostegno significa mettere in difficoltà un settore economico che ha grandi potenzialità per il rilancio del Paese. Significa abbandonare la strada dello sviluppo dei servizi professionali in Italia".