Mobilità, un altro colpo basso agli studi professionali

Continua il trend negativo dei rapporti tra il sistema degli studi professionali e la pubblica amministrazione, nelle sue diverse espressioni.
Appare evidente che occorre rimettere in discussione alcuni aspetti fondamentali dei rapporti bilaterali, che hanno informato gli ultimi contratti collettivi di lavoro.
È infatti del tutto incomprensibile che i lavoratori degli studi professionali siano esclusi da benefici che sono riconosciuti ai dipendenti degli altri comparti sociali.
L'argomento dovrà essere al più presto trattato in un Consiglio generale di Confprofessioni, per definire direttive che dovranno essere rispettate nel corso della trattativa per il rinnovo del contratto di lavoro in corso, prima ancora che nei rapporti con il Governo e l'INPS. (ALA)

L'Inps nega i benefici contributivi previsti dalla L. n. 223/1991 in capo ai lavoratori che, seppur iscritti nelle liste di mobilità, risultino essere licenziati da studi professionali.
Infatti, con il messaggio n. 2761 del 21 febbraio 2014, contravvenendo a quanto stabilito dal Ministero del Lavoro con interpello n. 10/2011 presentato da Confprofessioni, l'istituto previdenziale disconosce le agevolazioni contributive in caso di assunzione di lavoratori licenziati da datori di lavoro che non esercitano attività di impresa, con particolare riferimento agli studi professionali.
"A seguito di alcune richieste di chiarimenti" la nota Inps precisa infatti "che i datori di lavoro che assumono lavoratori licenziati da soggetti che non esercitino attività d'impresa - in particolare si tratta di studi professionali - non possono usufruire dei benefici contributivi in oggetto. L'applicazione degli incentivi all'assunzione previsti dalla legge 223/1991 è subordinata alla qualità di imprenditore del datore di lavoro che effettua il licenziamento ed è quindi esclusa nel caso in cui tale condizione non sussista".
Immediata la replica di Confprofessioni. "Si tratta di una decisione assolutamente iniqua per un settore che, con tutta probabilità, subirà una integrale esclusione dal sistema degli ammortizzatori sociali. Ancor più assurdo, poi, il fatto che l'Inps intervenga autonomamente disconoscendo quanto già affermato e disposto in precedenza dal Ministero del Lavoro", sottolinea il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella.
"In un momento particolare in cui il nuovo Governo sembra fare della semplificazione normativa e amministrativa un tema centrale del suo programma, è paradossale che non vengano rispettati i corretti livelli decisionali, generando confusione negli operatori del mercato del lavoro" conclude Stella.