Semplificazione amministrativa. Un interesse comune a imprese e professionisti
Il CNACPP ha espresso una motivata posizione, in merito alla necessità che i procedimenti maturati a seguito di DIA e SCIA divengano definitivi ad ogni effetto entro un periodo di tre - sei mesi. Tale richiesta ci trova completamente concordi.
ALA ha sempre sostenuto, e richiesto nelle varie sedi, che gli esiti di tali provvedimenti, trascorso un congruo periodo di tempo, non possano essere più messi in discussione.
In caso contrario il ricorso a tali procedure, (che bisogna ricordare sono state instaurate per snellire i tempi e i costi dei procedimenti), sarà sempre eccessivamente pericoloso per il professionista asseveratore e di conseguenza poco praticato.
Pubblichiamo la presa di posizione del CNACCP, assieme a quella di ALA espressa nell'articolo "Semplificazione amministrativa. Un interesse comune a imprese e professionisti" pubblicato su Tecniche Nuove di febbraio 2012.
Riformare il funzionamento della DIA (Denuncia di Inizio Attività) e della SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) e, nei regolamenti edilizi e nell'urbanistica, sostituire l'impostazione prescrittiva con l'impostazione prestazionale.
Questa la posizione del Consiglio nazionale degli architetti (Cnappc), illustrata in un'intervista sul Sole 24 Ore del 18 aprile scorso dal presidente Leopoldo Freyrie.
DIA E SCIA DEFINITIVE DOPO TRE O SEI MESI. "Oggi - ha ricordato Freyrie nell'intervista al quotidiano di Confindustria - puoi già autocertificare tutto sulla base di norme che si sono affastellate e lasciano sempre spazio a qualche interpretazione. Il punto è che Dia e Scia non sono bancabili perché in qualunque momento, da qui all'eternità, si può svegliare un'amministrazione e dire che quello che hai certificato non va bene. Noi chiediamo che il progetto certificato da Dia o Scia abbia una pubblicazione online che lo renda leggibile a tutti per poi diventare, entro un tempo ragionevole di tre o sei mesi, definitivo e non più modificabile dalla pubblica amministrazione".
NECESSARIE SEMPLIFICAZIONI DI CONTENUTO. Le semplificazioni procedurali, osserva il presidente degli architetti, "sono state già fatte tutte, ma non vengono applicate o non hanno funzionato. Ora bisognerebbe fare le semplificazioni di contenuto e abbiamo già avanzato le nostre idee ai tavoli che stanno lavorando per elaborare la proposta di un nuovo decreto".
LE REGOLE NON DEVONO PRESCRIVERE MA INDICARE GLI OBIETTIVI E LE PRESTAZIONI. In particolare, il Cnappc chiede di "passare da un approccio prescrittivo delle regole edilizie e urbanistiche a uno prestazionale. I regolamenti non devono dirmi come fare una scala o un impianto, ma quali sono gli obiettivi e le prestazioni che deve garantire. Spetterà poi al progettista, all'architetto o all'ingegnere dire come quelle prestazioni vadano conseguite, adottando le soluzioni tecniche e tecnologiche che ritiene più adatte. La norma prescrittiva - sottolinea Freyrie nell'intervista al Sole 24 Ore - blocca o rallenta l'innovazione".